Lafert Group: nel 2023 rallentano fatturato (-2,5%) e ordini (-33%), ma triplicano i margini (Ebit +202%, Ebt +314%)

L’azienda ricorre momentaneamente a ore di cassa integrazione e si concentra su customizzazione del prodotto, circolarità della produzione e potenziamento della sicurezza sul lavoro.
L’AD Cesare Savini: “Situazione passeggera legata alla contrazione generale del manifatturiero”.

25/03/2024 | AZIENDA
Lafert Group, da 60 anni leader in Europa nella progettazione e produzione di motori elettrici, chiude il 2023 con un fatturato di 225 milioni di euro, in leggero calo rispetto al 2022 (-2,5%), ma triplica i margini con 7,5 milioni di Ebit (+202%) e l’Ebt di 3,4 milioni (+314% vs 2022).
Una crescita importante raggiunta sia grazie ad un’attenta attività interna di cost saving volta all’efficientamento dei processi e al miglioramento delle performance aziendali sia per effetto della riduzione dei costi delle materie prime.

Un risultato in crescita rispetto ai numeri del 2022 per l’azienda sandonatese, parte del colosso giapponese Sumitomo Heavy Industries e con oltre 1100 dipendenti nel mondo, che registra però un rallentamento degli ordini del -33%.

“In linea con la flessione generale del manufatturiero, dall’ultimo trimestre 2023 e anche nei primi mesi del 2024 abbiamo riscontrato un calo dell’ingresso degli ordini soprattutto per quanto riguarda i motori destinati al segmento dell’efficienza energetica, e meno nel segmento dell’automazione industriale – spiega l’Ing. Cesare Savini, AD Lafert GroupNegli anni della pandemia i tempi di consegna si sono dilatati fino a 36 settimane, e tanti clienti hanno accumulato scorte in eccesso per fronteggiare tempistiche così lunghe, oggi siamo passati di colpo a realizzare un ordine in sei/otto settimane, mentre diversi fornitori e clienti della nostra filiera di riferimento lavorano a scarto ridotto per via dell’indebolimento generale del mercato. Tutto questo ha determinato un rallentamento dell’ingresso di nuovi ordini e di conseguenza del carico di lavoro delle fabbriche”.

Lafert ha iniziato dalla metà del 2023, infatti, a ricorrere a giornate di chiusura collettiva nello stabilimento di Fusignano in provincia di Ravenna, e dalla fine dell’anno a ore di cassa integrazione anche nella fabbrica di San Donà di Piave. Una situazione contingente e passeggera su cui l’azienda sta lavorando con nuovi progetti legati alla customizzazione e ricerca sul prodotto, circolarità della produzione e sicurezza sul lavoro.

“Lafert è da sempre riconosciuta per la qualità e la sartorialità dei suoi motori, un’azienda in grado di personalizzare e progettare il prodotto sulle specifiche esigenze del cliente – aggiunge l’Ing. Cesare Savini – Su questo punto di forza e unicità stiamo concentrando i nostri sforzi per farci trovare preparati e un passo avanti agli altri non appena il mercato si riprenderà. La qualità si fa in fabbrica e dipende molto dalla cura, dalla perizia e dall’attenzione con cui facciamo il nostro lavoro, per questo stiamo investendo nella ricerca di modelli di produzione circolare che ci aiutino a ridurre gli scarti, ottimizzare i magazzini, velocizzare i tempi di consegna e potenziare al meglio la sicurezza dei nostri lavoratori”.